sabato 24 gennaio 2009

Il Nuovo Pool di Di Pietro (di Peppino Caldarola)





Ha tribune nell'editoria. Gode dell'appoggio di numerose procure. E ha trovato il suo organo ufficiale nell'“Annozero” di Santoro. Attraverso cui ha voluto uscire dalla clandestinità per sfidare a viso aperto il sistema politico. E sabotare la riforma dell'apparato giudiziario, vera gallina dalle uova d'oro.

Nella foto Antonio Di Pietro

Si racconta che un noto giornalista tv, per sorprendere i propri ospiti, durante una cena abbia fatto ascoltare, al momento del dessert, la registrazione di una intercettazione telefonica del “caso Del Turco”. Le solite fonti anonime raccontano che spesso, ben prima che le inchieste più clamorose delle procure giungano alle conclusioni, alcuni cronisti di giudiziaria vengano preavvertiti sul menu elaborato dai Palazzi di Giustizia. In Transatlantico si sussurrava che sarebbe scoppiata uno scandalo con al centro alcuni ministri del governo Prodi circa un anno prima che De Magistris fosse noto al grande pubblico.

La differenza fra oggi e gli anni ’92-’94 è tutta qui. Alla fine del secolo la magistratura milanese metteva sulla graticola la classe politica con l’appoggio dei giornali che, provvidenzialmente, venivano a sapere in anticipo notizie di reato e rei. Ma si trattava sempre di mondi distinti. Di questi tempi si ha l’impressione che il circuito mediatico-giudiziario si sia, invece, stabilizzato dando vita a un Nuovo Pool che trae la sua forza più fuori che dentro i palazzi di Giustizia. Il Nuovo Pool è più di un accordo di collaborazione trasversale fra politica-giornalismo-magistratura, è una sorta di Politburo in cui politici, giornalisti e magistrati decidono tempi e modalità dell’assalto al comune nemico (un partito, un potere economico, un editore).

Il Nuovo Pool ha inaugurato il “giustizialismo a partito unico” radunando le forze attorno al movimento di Di Pietro e giovedì sera ad Annozero, come vedremo in seguito, ha fatto il suo esordio trionfale. Annozero è l’organo ufficiale del Nuovo Pool, più precisamente è la voce ufficiale del suo Politburo.

Questa volta Michele Santoro ha lavorato in grande radunando attorno a sé non solo la vecchia redazione, che ha al centro il fedele assistente Sandro Ruotolo, ma richiamando altri validissimi giornalisti di area che si erano rifugiati altrove negli anni passati, alcuni su Sky, come Corrado Formigli, e altri a la 7, come Giommaria Monti. Nelle retrovie redazionali un contratto da redattore capo è stato assicurato a Gianni Barbacetto, antico sodale di Marco Travaglio a simboleggiare l’allargamento dell’assetto proprietario dell’organo ufficiale del Nuovo Pool non più monocraticamente diretto da Michele Santoro. Infatti al duo Santoro-Travaglio è ormai il compito di tenere la prima linea.

Travaglio ormai è una ditta giustizialista ben affermata, con Barbacetto e Gomez pubblica libri che sono annuari del malcostume italiano raccontato attraverso le sentenze, ha rubriche su L’Espresso, del gruppo De Benedetti, e A del gruppo Rizzoli, è penna di punta dell’Unità, mantiene una rubrica sul blog di Beppe Grillo, tiene in piedi una rete personale di sostenitori sia attraverso il proprio blog sia utilizzando quello di Di Pietro, gira i teatri con uno spettacolino forcaiolo. Il mondo di Travaglio è ormai una impresa giornalistico-giudiziaria con un fatturato di alcune centinaia di migliaia di euro l’anno che ha bisogno di essere continuamente alimentato.

Ma il Nuovo Pool non sarebbe quell’aggregato aggressivo che è senza l’appoggio di una distesa rete di fiancheggiatori che talvolta si inabissa ma nei momenti topici viene alla superficie. Pensiamo a tutto quel mondo dello spettacolo e delle Università che attorno a Micromega di Flores e alle iniziative del gruppo fiorentino di Pardi e Ginsborg si è radunato durante l’esplosione dei girotondi e che continua a tenere in piedi un tessuto associativo robusto. Nello stesso mondo televisivo, dalla Dandini a Fabio Fazio, numerose sono state le testimonianze di collateralismo con il Nuovo Pool.

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Dopo il Teorema Romeo

Dopo l'assalto soprattutto mediatico che ha messo al centro Alfredo Romeo, in carcere per tre mesi Ci sono state le sentenze Tutti assolti per tutti i reati meno uno corruzione per la promessa di assunzione a Romeo. alfredo Romeo è tronato al lavoro , ma noi dopo aver seguito il "processo" mediatico , quello che ha già condannato....che resterà, senza possibilità di riabilitazione .....Continuiamo. Del tutto a prescindere dagli esiti giudiziari, dalle cifre,da realtà e sostanza.