lunedì 22 marzo 2010

Nugnes e il suicidio degli innocenti


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lunedì 22 marzo 2010
Non intendiamo commentare una sentenza come quella emessa l’altro giorno a Napoli relativamente all’inchiesta “Global Service” caratterizzata (come ha scritto il Corriere della Sera) da “una sventagliata di assoluzioni”. Praticamente tutti assolti tranne Alfredo Romeo e l’ex provveditore alle Opere Pubbliche Mario Mautone, entrambi condannati a due anni con sospensione della pena per un reato minore. Insomma, il giudice Enrico Campoli ha praticamente annullato tutto il castello accusatorio che, secondo la procura, teneva in piedi l’intero “sistema Romeo”. Tra gli assolti anche quattro ex assessori del comune di Napoli e l’ex presidente della Provincia Antonio Pugliese.
A dire il vero erano in cinque gli ex assessori comunali (i cosiddetti “sfrantummati” come li definì il sindaco Jervolino) messi sotto inchiesta ma uno di loro, Giorgio Nugnes, scelse di togliersi la vita prima di essere ricoperto (ingiustamente) di fango per reati mai commessi.
Come hanno ricordato sabato scorso alcune testate giornalistiche, Nugnes (all’epoca dei fatti assessore alla Protezione civile e ai cimiteri) fu avvertito che la Procura di Napoli stava indagando su di lui per una vicenda giudiziaria legata ad appalti truccati: l’amministratore preferì prendere una corda ed impiccarsi nella taverna della propria abitazione. Come ricordava l’altro giorno Lucia Esposito su Libero, Nugnes era stato già accusato di essere “tra i registi degli scontri di Pianura per alcune telefonate in cui parlava dei movimenti dei blindati delle forze dell’ordine intorno alla discarica”. Ma a Nugnes era stato applicato anche un obbligo di dimora quanto meno sui generis: l’assessore, infatti, doveva dormire quattro notti a settimana lontano da casa e dai suoi affetti, mentre nei restanti tre giorni poteva dormire nel proprio letto. Decisione paranoica quanto basta.
Interrogato, perquisito, pedinato: quello di Giorgio Nugnes sembra essere uno dei tanti suicidi di innocenti che preferiscono mettere la parola ‘fine’ alla loro esistenza pur di non essere infangati da inchieste basate sul nulla. Ha detto la vedova dell’ex amministratore campano al Corriere della Sera: «Non c’era nulla, in quell’inchiesta. Non c’erano tangenti, niente. Giorgio ne era convinto. Eppure era pedinato, intercettato, fotografato, riceveva messaggi in codice. I pubblici ministeri, la Dia, la Digos, la Finanza sulle sue tracce. Manco fosse Dillinger. E adesso mi chiamano per dirmi che è stata fatta luce. Ma pensate che siamo stupidi? La luce c’era già un anno fa. I magistrati, campioni della verità assoluta, si sono mai chiesti come mai questo poveraccio di Nugnes, che forse era il più pulito di tutti, sia morto con quattro lire in banca? Dov’erano queste tangenti? Magari ci fosse stato un reato: non sarebbe morto invano».
E quando si è costretti a parlare di suicidio (e per di più “invano”) vuol dire che la cosiddetta “civiltà giuridica” è andata a ramengo, e con essa la credibilità del sistema giudiziario ed una delle certezze dei cittadini: quella di poter contare su una giustizia davvero giusta.

da Giustizia Giusta
(di g.p.)

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Dopo il Teorema Romeo

Dopo l'assalto soprattutto mediatico che ha messo al centro Alfredo Romeo, in carcere per tre mesi Ci sono state le sentenze Tutti assolti per tutti i reati meno uno corruzione per la promessa di assunzione a Romeo. alfredo Romeo è tronato al lavoro , ma noi dopo aver seguito il "processo" mediatico , quello che ha già condannato....che resterà, senza possibilità di riabilitazione .....Continuiamo. Del tutto a prescindere dagli esiti giudiziari, dalle cifre,da realtà e sostanza.