
«Sono sereno ma ho il rimpianto per la vita che non ho potuto vivere: io ero stato programmato per fare l'editore». Angelo Rizzoli (nella foto, e da giovane con il padre Andrea e il nonno Angelo) parla al Riformista dopo che la Cassazione ha cancellato la sua condanna per bancarotta: «Ventisei anni fa i poteri forti mi sbatterono in galera e si presero il Corriere della sera. La Dc ordinò alle banche di chiudermi i rubinetti e Calvi e la P2 mi finanziarono con tassi da usurai». Dopo lo scandalo degli elenchi a casa di Gelli, Rizzoli andò dall'allora presidente del Consiglio Spadolini: «C'erano anche Andreatta e Manzella e dissi che volevo cacciare la P2 dal giornale. Ma per aiutarmi mi posero una condizione che Calvi ostacolò: cacciare Tassan Din». Oggi fa il produttore tv e cinematografico e la politica la vede da lontano: «A Berlusconi uomo e non politico sarò grato per tutta la vita: è l'unico che mi ha aiutato».
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